Ossessioni e perfezionismo

Cos’è il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità?

 

Il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità è un disturbo di personalità caratterizzato da: preoccupazione per l’ordine e per le regole, difficoltà a portare a termine i propri compiti, perfezionismo, rigidità su questioni di etica e di moralità, bisogno di controllo nel lavoro, bisogno di controllo nelle relazioni interpersonali.

 

 

Tali aspetti spesso sono riscontrati senza che siano per forza patologici. Lo diventano invece quando arrivano ad interferire con la capacità di lavorare e di sviluppare relazioni sociali e/o intime, allora è opportuno diagnosticare la presenza di un disturbo ossessivo-compulsivo di personalità.

Sintomi e segni

Se questo è il tuo problema probabilmente ti ritroverai in molti di questi segni:

  • applicazione rigida delle regole in cui credono;
  • scrupolosità di moralità e di etica;
  • organizzazione rigida della vita quotidiana;
  • dedizione eccessiva al lavoro;
  • perfezionismo;
  • elaborazione di rigidi schemi e liste relativi allo svolgimento di un compito;
  • accumulo di oggetti di nessun valore;
  • accumulo di informazioni di nessun valore;
  • avarizia;
  • comportamenti interpersonali formali, educati e corretti;
  • comportamento giudicante, critico, controllante e punitivo nei confronti di altre persone (parenti, amici, partner, colleghi…);
  • tendenza all’ordine e all’organizzazione attraverso il ricorso a liste, schemi, rigide geometrie spaziali e mentali;
  • comportamento compiacente nei confronti di figure che reputano autorevoli;
  • riluttanza a delegare lo svolgimento di un compito agli altri, dal momento che tale compito sarebbe svolto sicuramente peggio rispetto a quello svolto in modo autonomo;
  • scarsa collaborazione nei gruppi di lavoro;
  • insistenza nel costringere i subordinati ad aderire al proprio metodo di lavoro;
  • difficoltà ad esprimere i propri stati d’animo;
  • difficoltà a manifestare emozioni di calore e di premura verso gli altri;
  • tendenza a trattenere i propri sentimenti aggressivi;
  • testardaggine;
  • ansia se qualcosa non va esattamente come previsto o come “dovrebbe andare”;
  • ansia se non c’è “ordine”;
  • non accettare di sbagliare o di aver commesso errori;
  • rabbia nei confronti delle persone che, secondo il proprio metro di valutazione, non ce la “mattono tutta”;
  • attenzione maniacale a tutto quello che li circonda;
  • desiderio di controllo su “tutto”;
  • avere regole personali che difficilmente possono cambiare, anche se altre persone gli dimostrano che potrebbero essere migliorate o errate;
  • comportamento passivo-aggressivo;
  • accumulo di denaro in vista di catastrofi future (la cui previsione è però immotivata).

E il perfezionismo: spesso fattore chiave del disturbo ossessivo

 

Con “perfezionismo” si intende la consuetudine di esigere da sé stessi o dagli altri una performance di qualità maggiore, rispetto a quella richiesta dalla situazione. Questo  porta il soggetto a ipercriticare il proprio comportamento e a vivere in un costante stato di ansia causato dal bisogno di fare sempre meglio.

Ecco alcune delle caratteristiche della sua manifestazione patologica:

  • Preoccupazione eccessiva per le liste, i dettagli e l’organizzazione a discapito dell’obiettivo generale
  • Perfezionismo che interferisce con la riuscita di un lavoro in tempi rapidi
  • Eccessiva dedizione al lavoro (non giustificata da necessità economiche) con conseguente riduzione del tempo dedicato ad attività ricreative
  • Incapacità a gettare oggetti vecchi o inutili, anche quando privi di valore affettivo
  • Inflessibilità su posizioni etiche e/o morali (non giustificate dall’appartenenza politica o religiosa)
  • Riluttanza a delegare compiti o a lavorare in gruppo
  • Stile di vita eccessivamente parsimonioso sia verso sé stessi che verso gli altri
  • Rigidità e testardaggine.

Cosa si può fare?

  • Sarà necessario definire insieme la problematica, il disagio che crea.
  • Attraverso tecniche cognitivo-comportamentali e strategiche affrontare il sintomo.
  • Intervenire sulla componente ansiosa/lo sbilanciamento del sistema nervoso autonomo che spesso accompagna i sintomi.
  • imparare a gestire la compulsione, il craving, il desiderio/bisogno apparentemente incontrollabile.
  • Rivedere stili di vita e priorità
  • Se necessario intervenire sulla componente traumatica.

 

Ti senti pronto a fare il passo?